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Chi è Papa Leone XIV, il primo Pontefice agostiniano

Verona (venerdì, 9 maggio 2025) — Alle 18:07 di giovedì 8 maggio 2025, il fumo bianco ha annunciato al mondo l’elezione del nuovo Papa. Il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, 69 anni, è stato scelto come 266° successore di Pietro. Ha preso il nome di Leone XIV. È il primo Papa dell’Ordine di Sant’Agostino, e anche il primo americano non latino a essere eletto Pontefice.

di Chiara De Santis

Un nome che, fino a poche settimane fa, non circolava nei pronostici. Eppure, proprio nella sua apparente sobrietà si cela la forza di un profilo capace di unire esperienza missionaria, spirito comunitario e fedeltà alla riforma di Papa Francesco.

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, Prevost è entrato nell’Ordine degli Agostiniani da giovane, studiando a Roma e specializzandosi in Diritto canonico. Ma la svolta della sua vita arriva quando, nel 1985, viene inviato come missionario in Perù: lì lavora per quasi vent’anni nella diocesi di Chulucanas, diventando punto di riferimento per la formazione dei sacerdoti e per la promozione dei diritti delle comunità rurali.

Dal 2001 al 2013 è stato priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, con sede a Roma. Nel 2015 torna in America Latina come vescovo di Chiclayo, in una delle zone più povere del Perù. Lì guadagna la stima del popolo e dei confratelli per il suo stile pastorale improntato alla prossimità, al dialogo e a una spiritualità concreta, attenta ai problemi quotidiani della gente.

La scelta del nome Leone non è casuale. Potrebbe evocare Leone XIII, il “Papa dei lavoratori”, promotore della dottrina sociale della Chiesa, ma anche Leone I, che difese Roma dagli Unni e affermò l’autorità papale.

Anche se nato negli Stati Uniti, Leone XIV si sente “figlio del Sud”. Ha vissuto tra i poveri, imparando il valore dell’umiltà e dell’ascolto. Parla fluentemente spagnolo, conosce le culture indigene del Perù, e ha più volte denunciato le ingiustizie sociali che colpiscono le Americhe.

Il suo passato da missionario, religioso e formatore lo rende una figura di sintesi tra tradizione e rinnovamento. Non un rivoluzionario, ma nemmeno un conservatore: piuttosto, un mediatore.

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Last modified: Maggio 9, 2025
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