Verona (venerdì, 27 giugno 2025) — Si è tenuto il convegno “Investire nella rieducazione. Come il lavoro può cambiare la vita dei detenuti e della comunità”, promosso dalla Casa Circondariale di Verona, dal Provveditorato del Triveneto e dalla Camera Penale. L’evento ha acceso i riflettori sul ruolo del lavoro nel percorso rieducativo dei detenuti, con la partecipazione di rappresentanti istituzionali, realtà del non profit e imprese.
di Chiara De Santis
Durante il convegno è emersa una visione condivisa: il lavoro rappresenta un elemento chiave nel processo di reinserimento sociale dei detenuti. Offrire opportunità lavorative concrete all’interno del carcere non solo consente ai detenuti di acquisire competenze e dignità, ma riduce sensibilmente il rischio di recidiva. Secondo i dati citati dagli organizzatori, chi lavora durante la detenzione ha maggiori possibilità di costruirsi una nuova vita al termine della pena.
L’assessora Zivelonghi ha sottolineato: “Il reinserimento lavorativo deve essere un obiettivo comune, perché contribuisce in modo diretto alla sicurezza e alla coesione della nostra comunità. Quando anche il mondo del profit sceglie di investire in questi percorsi, si crea una sinergia positiva per tutti.”
L’elemento innovativo del convegno è stato l’interesse crescente delle imprese private verso l’inserimento lavorativo dei detenuti, storicamente promosso dal terzo settore. Si è parlato di “soluzione win-win”: da un lato i detenuti ricevono formazione e possibilità di riscatto, dall’altro la società beneficia di una maggiore sicurezza e di una convivenza civile più solida.
Last modified: Giugno 27, 2025