Verona (lunedì, 12 maggio 2025) — A Verona si accende il dibattito sull’aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, in seguito agli adeguamenti annunciati dall’Amministrazione comunale. Le spiegazioni fornite dal Comune non hanno placato le critiche dell’opposizione, mentre emergono nuovi dati e proposte per affrontare l’emergenza rifiuti e migliorare il sistema di raccolta in città.
di Chiara De Santis
L’incremento della Tari a Verona per il 2024 è legato a due principali fattori esterni: l’aumento dell’IVA dal 10% al 22% sui conferimenti in discarica, deciso a livello nazionale, e l’introduzione della tariffa unica regionale stabilita dalla Regione Veneto, che penalizza i Comuni con basse percentuali di raccolta differenziata. Il Comune ha spiegato che, per attenuare l’impatto sulle famiglie e sulle imprese, una parte dei proventi della tassa di soggiorno sarà destinata a coprire parte dei costi.
Tuttavia, la decisione ha sollevato forti polemiche in Consiglio comunale. Patrizia Bisinella, capogruppo di “Fare con Flavio Tosi”, ha accusato l’Amministrazione Tommasi di aver aumentato la tassa del 13% in due anni senza migliorare i servizi, denunciando inefficienze nella raccolta e nella gestione dei cassonetti intelligenti, specialmente nei quartieri con raccolta porta a porta.
A replicare è stato il consigliere Giuseppe Rea (Verona Cinque Stelle), che ha puntato il dito contro le precedenti giunte di centrodestra, accusandole di aver trascurato la raccolta differenziata, portando la città a uno dei tassi più bassi della Regione. L’attuale Amministrazione ha avviato interventi per migliorare il sistema, come l’installazione di cassonetti a tessera in Sesta e Settima Circoscrizione. In alcune zone, il nuovo metodo ha già aumentato la differenziata del 20% in un solo mese.
Last modified: Maggio 12, 2025